Coaching FlashMob – 22 ottobre 2015
Testimonianza dell’intervista – Il coaching visto dall’azienda e dal suo coach
Sintesi dell’intervento della dott.ssa Cristina Tosi – Amministratore Delegato PEGASO – e della dott.ssa Anna Caggiano – Professional Coach e Consulente PEGASO
Durante l’intervista, la dott.ssa Cristina Tosi ha avuto modo di raccontare che il suo avvicinamento al coaching è avvenuto per esperienza personale, svolgendo come coachee un proprio percorso, e dopo averne scoperto la potenza di risultato ed essersi appassionata alla cosa, ha deciso poi di frequentare un master di I livello per comprendere ancora più da vicino le caratteristiche di questo metodo: è a questo punto che ha deciso di introdurlo in azienda come strumento di sviluppo dei collaboratori.
I ruoli per i quali si è trovata ad utilizzare lo strumento del coaching sono stati in alcuni casi interni, come ad esempio è stato per un cambio di ruolo di un project manager, così come sulla rete commerciale esterna. Una volta spiegato ai collaboratori, in modo chiaro e trasparente, in cosa consisteva lo strumento, questilo hanno accolto con disponibilità e apertura come una vera opportunità,dando così valore, sia alla proposta dell’azienda, sia a quella che è stata poi l’efficacia dell’intervento effettuato e la loro presa di consapevolezza.
Gli aspetti su cui abbiamo visto i maggiori risultati di efficacia sono stati nel miglioramento delle capacità relazionali e moltissimo sulla consapevolezza sviluppata dalle persone, per il fatto di sentirsi attori responsabili del loro percorso di cambiamento.“Il coaching contribuisce allo sviluppo della cultura aziendale perché è un intervento sulla persona, e in questo senso rinforza il punto fondamentale dell’azienda che è fatta di persone; troviamo quindi una cultura di attenzione alle persone all’interno dell’azienda e troviamo poi le persone che ci riconoscono questa attenzione, con il risultato che di avere una migliore produttività per l’azienda e il piacere di essere parte dell’azienda per le persone”.
L’idea finale che emerge dal colloquio con Cristina, rispetto alla sua esperienza in PEGASO, è che il coaching rappresenta uno strumento utile e pratico, l’importante è che venga utilizzato in modo corretto, che ci siano dei buoni obiettivi e che venga adeguatamente valorizzato; essendo una grande opportunità è essenziale un riconoscimento del suo valore sia da parte dell’azienda, sia da parte del collaboratore che accetta di sua volontà di farsi coinvolgere. In ultima battuta, risulta di estrema importanza la scelta del coach: è bene che provenga da scuole qualificate e riconosciute e che abbia maturato il giusto grado di esperienza rispetto alla situazione da affrontare.
Il coach e consulente dell’azienda PEGASO, la dott.ssa Anna Caggiano, ha avuto modo di condividere quali siano state le richieste che l’azienda ha formulato al professionista, che sono state di diverso genere, in base alle figure professionali a cui l’intervento di coaching era rivolto. Nel caso di PEGASO, le richieste riguardavano la possibilità di aiutare alcune persone a superare certe difficoltà, di supportarle ad acquisire o modificare alcuni modi di pensare e, di conseguenza, alcuni comportamenti aziendali strettamente legati al ruolo ricoperto.
Le richieste avanzate dall’azienda costituiscono una prima parte dell’avvio di un percorso di coaching a cui segue uno specifico processo di presa in carico degli obiettivi, è un momento molto importante per la buona riuscita del lavoro e richiede al coach, che opera secondo quanto stabilito dal codice etico di ICF (International Coach Federation), di rispettare precisi criteri. Questo fase prevede una chiara e precisa definizione dell’obiettivo e delle sue evidenze di raggiungimento, la condivisione da parte dell’azienda committente e del collaboratore (partner di coaching) e l’inserimento in un esplicito accordo di coaching. In virtù di obiettivi ben definiti, il percorso di coaching, che in genere può svilupparsi in 6-8 sessioni, può essere agevolmente monitorato nei suoi progressi attraverso un momento di verifica programmato sia a metà, che a fine percorso. Durante questo incontro, alla presenza del coach, il cliente-partner fornisce un riscontro rispetto ai propri passi verso l’obiettivo, alla committente e, se presente, ad un osservatore, verificando l’allineamento delle aspettative reciproche ed eventualmente ridefinendo in parte l’obiettivo. Al termine, invece, il partner ha modo di condividere con l’azienda come ha vissuto il percorso, dove si sente arrivato, i suoi risultati, le difficoltà superate e altre cose, molte di queste inaspettate.
“Rispetto alla formazione dove vengono trasferite conoscenze, o alla consulenza dove in genere si forniscono soluzioni, il coaching rappresenta un’innovazione metodologica precisa. Il coach, infatti, non porta una soluzione o indica una strada, ma permette alla persona di fare un’indagine, seria e sincera, di quelle possono essere le sue risorse per arrivare all’obiettivo, obiettivo che da lui è voluto e cercato; questo permette di passare da una modalità prescrittiva ad una modalità che fa sorgere dalla persona quello che ha, e gli consente di svilupparlo, questo fa sì che ci siano dei risultati aggiuntivi, inaspettati e autentici”. Per chi desidera introdurre il coaching in azienda, il consiglio è quello di utilizzare questo strumento, non solo come ultima possibilità per le persone in difficoltà; esso risulta particolarmente utile ed efficace per le persone che hanno già delle risorse e che hanno bisogno di sviluppare ed esprimere il proprio potenziare per tirare fuori il meglio di sé.
A cura di Mascia Alberti