Smart-Working e cambiamento (parte 2).
Leadership partecipativa e spazi di crescita: come cambierà?
Quali competenze risulteranno necessarie e distintive per riuscire a generare efficienza lavorando da casa? Quale leadership si porrà al servizio attivo di questi risultati?
Nello studio condotto da D&M[1], non colpisce che tra gli aspetti considerati più importanti per realizzare lo Smart-Working vi siano in ordine decrescente: autonomia e responsabilità; spostamento del focus da presenza e risultato; diffusione di una cultura basata sulla fiducia, non sul controllo; leadership partecipativa; attitudine a utilizzo di strumenti digitali; definizione di precisi KPI per valutare i risultati.
Autonomia e responsabilità al primo posto. Perché? Diciamocelo, non è facile lavorare da casa! Richiede spiccate competenze di organizzazione, orientamento agli obiettivi e ai risultati, problem solving, nonché di concentrazione per non correre il rischio di farsi assorbire dalle pratiche quotidiane facilmente accessibili nel proprio ambiente domestico o essere facile preda di distrazioni se si lavora in altro ambiente. E chiaramente è richiesto di avere solide competenze informatiche per poter rendicontare e tracciare il frutto del proprio lavoro, da discutere con delle figure chiave: i Leader coach, che riconducono alle regole e agli obiettivi di lavoro, lontani da un approccio comando-controllo, e rinvigoriscono nuove modalità per prendere le decisioni e per effettuare riunioni di lavoro.
A loro il compito di sostenere, attraverso un modello basato su feedback di miglioramento e di riconoscimento, le performance (oggettivamente inequivocabili) e i comportamenti del proprio team attraverso una cultura basata sulla fiducia, anche quando si verificano risultati disattesi rispetto agli obiettivi concordati. A loro il compito di generare opportunità di crescita sugli errori dei colleghi, oltre che di rendersi il punto di riferimento stabile che riconduce ogni attività allo scopo primario di successo per l’azienda.
Altresì il gruppo di lavoro, che dovrebbe soddisfare requisiti di complementarietà e autosufficienza in termini di competenze e ruoli, per nutrirsi ha bisogno di relazionarsi: ecco che il coordinamento e lo scambio di conoscenze tra team risulta essere un altro elemento importante attraverso il quale il Leader coach può portare a valorizzare ed estendere esperienze virtuose ma anche rendere note le esperienze più critiche su cui generare nuove soluzioni e opportunità di apprendimento attraverso confronto esteso e leadership partecipativa che mantengono il collante tra le persone che fanno parte della stessa realtà.
Un libro illuminante in questo senso è Reinventare le Organizzazioni. Come creare Organizzazioni ispirate al prossimo stadio della consapevolezza umana, Frederick Laloux, Guerini Next Srl.
[1] Fonte dati: Sviluppo e Organizzazione Agosto/Settembre 2017 – Studio condotto da OD&M
Emanuela Zaltron
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