L’Emotional Intelligence Check-up
È un processo di valutazione studiato per la rilevazione del patrimonio di competenze, finalizzato all’identificazione ed elaborazione di un percorso di sviluppo, diretto alla crescita professionale e personale. Nello specifico, l’Emotional Intelligence Check-Up misura le competenze dell’Intelligenza Emotiva, basandosi sul modello elaborato da Daniel Goleman, secondo cui in ambito lavorativo l’eccellenza dipende solo parzialmente da capacità intellettuali, conoscenze tecniche ed expertise, quanto piuttosto da competenze emotive: personali e sociali.
L’approccio metodogico muove i suoi primi passi sul terreno della selezione. Agli inizi degli anni ’70 il Dipartimento di Stato americano chiese, infatti, a David McClelland una consulenza per la selezione dei funzionari dell’USIS (United States Information Service) destinati ad operare all’estero.
Il problema era anzitutto metodologico e McClelland lo affrontò con un approccio scientifico, basato sul campionamento di gruppi contrapposti: decise, quindi, di usare un campione di funzionari di alto valore professionale e un campione di confronto di elementi mediocri. L’assunto di base è che ci si accorda più facilmente – come diceva McClelland – su chi è outstanding (fuori dell’ordinario) piuttosto che su che cosa rende qualcuno outstanding. E l’indagine dello studioso americano si concentrò appunto sull’individuazione di questo “che cosa”: le competenze!
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